Sergio Alessandrini - Raccontare la vita, tra fragilità umane e l’inesorabile scorrere del tempo

05.10.2024

di Francesca Callipari

Artista romano, in ogni sua opera esplora la vita nelle sue innumerevoli sfaccettature, ripercorrendo desideri, paure e aspirazioni dell'individuo in un percorso meditativo e quasi ascetico che mira a dar voce in primis alla sua stessa interiorità, oltre che a quella di chi contempla i suoi lavori. Con una tendenza al surreale e alla dimensione onirica capace di rievocare i grandi maestri quali De Chirico o Magritte, ma che si traduce in un linguaggio assolutamente autentico, Alessandrini palesa tutta la sua sensibilità nei confronti di tematiche come la fragilità dell'esistenza o l'inevitabile fugacità del tempo. Argomenti che egli riesce a trattare con delicatezza e armonia, facendo sì che le sue opere diventino strumenti di riflessione, volti a stimolare una rigenerazione spirituale. Pur denso di elementi simbolici e allegorie, che esortano a volgere la nostra attenzione al di là della rappresentazione visiva, lo stile del nostro artista appare leggibile, incisivo e ci guida a considerare nuove prospettive, nuovi punti di vista, imparando attraverso visioni fantastiche, avvolte in atmosfere misteriose, la reale condizione umana. 

Ne è un esempio l'opera "La torre", presente in questo evento, nella quale affronta, ancora una volta, il concetto di tempo e l'effimera natura dell'essere. Riprendendo, dal punto di vista compositivo, quell'impostazione tipica delle vanitas seicentesche, egli allude alla fugacità del tempo e all'ineluttabilità della morte con elementi che, come in un rebus, rivelano il messaggio insito nel dipinto. È così che dietro agli intricati meccanismi dell'orologio a pendolo si intravede la falce, tipico emblema di morte, mentre due iscrizioni sulla parte superiore e inferiore dell'oggetto ("Mors" e la data "MMXXII") fungono da memento mori, evocando, allo stesso tempo, quelle teorie apocalittiche sulla fine del mondo. Il nostro destino mortale ci insegue, muovendosi come il pendolo dell'orologio, con le sue lancette che insistono sulla vacuità del nostro agire: una lotta impari di fronte alla quale l'unica scelta possibile è quella di vivere intensamente, cogliendo ogni instante che questa esistenza ci offre. 

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