Panta Rei: la metamorfosi nelle sculture di Sara Teresano
di Dario Salanitro
Alla galleria d'arte Fil Rouge Project di Catania, dal 14 Giugno al 19 Luglio di quest'anno, si è svolta la mostra di scultura "PANTA REI" di Sara Teresano.
L'esposizione, si articolava in 35 opere di vario genere, che raccontavano tematiche legate al percorso della vita, con le sue difficoltà e i suoi ostacoli. Come indica, infatti, il celebre aforisma attribuito a Eraclito "Panta rei" ("tutto scorre"), nulla è mai uguale a sé stesso: ogni cosa è in continuo cambiamento.
Nel percorso espositivo, si potevano notare figure femminili realizzate come le divinità delle "Grandi Madri" nel periodo preistorico, elementi naturali come microrganismi marini, o il seme bagnato dall'acqua che cresce o ancora sculture sia maschili che femminili rappresentanti le cinque stagioni.
L'artista, per arrivare a questo risultato scultoreo, ha fatto innumerevoli disegni e schizzi, varie ricerche e analisi, adoperando materiali diversi, quali la sabbia al quarzo, la pietra arenaria, la pietra sabucina, il travertino, la terracotta, la pietra lavica e il marmo.
Nel descrivere l'opera di Sara Teresano, in maniera errata la si è accostata allo stile dell'artista colombiano Fernando Botero, ma come abbiamo già accennato, le forme femminili da lei realizzate, si rifanno all'antichità e al legame tra vita e natura. Oltre a queste, davvero sorprendenti sono le "Cinque Stagioni", ovvero cinque figure fanciullesche che indicano le stagioni: la Teresano ne ha aggiunto una quinta, a indicare il continuo cambiamento della vita e il collegamento tra esse, oltre il tempo che passa.
Ogni bambino, esprime così dei sentimenti in base alla stagione che incarna. La figura che indica la Primavera, ha la testa ricoperta di farfalle e uno sguardo sottile e cristallino, che allude a immaginazioni e fantasie, proprie dell' età rappresentata. L'Estate, è una bambina raffigurata con gli occhi verdi, con una ferita dietro la schiena, e in testa ha un taglio di capelli, che consiste in una conchiglia che riporta al suono del mare, che quasi rimanda alla sabbia delle spiagge. Le braccia sono piegate dietro la schiena, in posizione che indica l'aspettare, i dubbi e le domande che uno si fa, nel dettaglio quest' opera è realizzata con sale, terracotta policroma e resina. L'Autunno ha le sembianze di un fanciullo sofferente, immobile, impotente di fronte allo sfacelo del suo corpo e tutto questo è rimarcato dalle braccia disgregate, che sono state scolpite sia in resina trasparente, che in terracotta policroma. Il bambino dell'inverno, è, invece, un essere che sembra sospeso fra due mondi, preludio a un nuovo inizio con la primavera e tutto questo è accentuato dalla testolina del bambino che sembra sciogliersi, escamotage reso possibile grazie a un abilità tecnica resa fattibile attraverso la cera. L'ultima stagione "inventata" dall'artista rappresenta una bambina, con una farfalla tra le mani, che in questo caso simboleggia l'anima, e le sue ali dettano il tempo che passa e che cambia in continuazione.
L'Artista:
Sara Teresano è nata a Messina nel 1955, e sin da bambina ha sviluppato questo interesse per la scultura. Tra le mostre che ha fatto, principalmente a Messina e provincia, possiamo citare "Sara Teresano", Libreria Hobelix Messina 1989, che con lo stesso titolo è stata riproposta nel 1996 all'Emporium Arte, sempre nella città di Messina. Ancora in questa città, altre mostre da ricordare sono "Angeli terreni", alla galleria Il Gabbiano e sempre qui, "Piccole Najadi","Percorsi Incrociati", "Tre per Nove 2000", "Le sette sorelle", "La Terra danza", "Realtà Sospese" , "Bagnanti"," "Di Terra e D'Acqua", "TERRAMADRE", "SCULTURE", "A tutte le donne", "Ventinuvole" "Fragili Equilibri", "In Divenire" "Nell'ora Violetta", "Madre terra", "Impressioni di mare". All'estero l'artista ha presentato "Il legame tra Arte e Scienze nell'interpretazione di Sara Teresano", presso il Nuovo ESO Supernova Planetarium E Visitor Centre a Monaco di Baviera, in Germania. In diverse zone d'Italia, poi l'artista ha presentato "50 anni di luna nuova" nella Fondazione Bevilacqua La Musa Palazzetto Tito a Venezia ed è stata presentata anche a Milano,precisamente all'EXPO 2015, nel padiglione Italia assieme alla Collettiva del Museo del Fango.