Le donne in letteratura: la forza, l’autodeterminazione e la voce femminile
di Yuleisy Cruz Lezcano
L'autodeterminazione femminile e la lotta contro la donna stereotipata sono due aspetti fondamentali, che hanno attraversato le lotte e le riflessioni femministe lungo i secoli, unendo le istanze di libertà, autonomia e uguaglianza per le donne. Il principio di autodeterminazione, per esempio, si basa sulla capacità delle donne di decidere liberamente sul proprio corpo, sulla propria vita e sul proprio destino, al di là delle imposizioni sociali, culturali e politiche. Invece, la lotta contro la visione stereotipata della donna si basa su una ristrutturazione dei modelli comportamentali e sui valori sociali distorti, in modo di stravolgere gli archetipi tradizionali che riducono la figura della donna a madre, angelo, moglie devota o oggetto sessuale. Sin dalle prime voci femministe, pensatrici e scrittrici hanno lottato per il riconoscimento dei diritti delle donne e per la possibilità di autodeterminarsi. Diverse figure storiche e contemporanee, da Olympe de Gouges a Mary Wollstonecraft a Sor Juana Inés de la Cruz, hanno contribuito alla definizione di questo concetto.
La letteratura maschile, pur avendo dato voce ad alcune figure femminili di grande valore, ha storicamente perpetuato visioni parziali e limitanti della condizione femminile. Anche quando gli scrittori si sono espressi in termini di empatia verso la figura femminile, la loro prospettiva è rimasta spesso influenzata da un punto di vista patriarcale. Le voci di donne che si fanno sentire in testi scritti da uomini appaiono quasi sempre stilizzate.
Nel XIX e XX secolo, alcuni scrittori maschi come Victor Hugo in «Les Misérables» o Charles Dickens in «Bleak House» hanno creato personaggi femminili forti, ma spesso l'intento era quello di rappresentare l'ideale di una donna che si sacrificava per gli altri o che era vittima delle circostanze. Non si trattava di personaggi che si autodeterminavano pienamente, ma di donne che agivano all'interno dei confini sociali imposti. Queste narrazioni, pur essendo pionieristiche in alcuni aspetti, non riuscirono a rompere completamente con gli archetipi tradizionali.
Il femminismo visto dalle donne si distingue radicalmente da quello proposto dalla letteratura maschile. Le scrittrici femministe hanno iniziato a lottare per una rappresentazione più autentica e complessa della condizione femminile, a partire dal femminismo delle suffragette e dalle teoriche del XIX secolo come la scrittrice e studiosa Mary Wollstonecraft (1759-1797), che ha anticipato i temi del femminismo pubblicando nel 1792 il manifesto «Rivendicazione dei diritti della donna».
Il mondo femminile della letteratura e dell'arte è pieno di storie di autodeterminazione e trasformazione, potrei per esempio ricordare Ida Laura Pfeiffer (1797- 1858), che è stata un'intrepida viaggiatrice, ricercatrice e scrittrice. La donna visitò, con un budget ridotto all'osso, zone pericolose, e pubblicò numerosi resoconti di viaggi e divenne la prima donna ad essere ammessa come membro onorario alle Società Geografiche di Berlino e Parigi, sfidando il proprio tempo. La storia di questa donna mette in evidenza l'importanza di prendere il controllo delle proprie vite e delle decisioni, dimostrando che l'indipendenza e l'autodeterminazione sono essenziali per raggiungere un potenziale personale.
Per difendere un concetto rivoluzionario come la costruzione di un'identità femminile si mette in evidenza come la capacità di agire si potenzi una volta che si abbandonano le lamentele sulle difficoltà per esprimersi e si difende il fatto di assumere il rischio della propria voce, in un protagonismo discorsivo, consapevole che la forma del linguaggio contribuisce alla costruzione di un'identità, in un processo di significazione che conduce all'autoaffermazione e identificazione del luogo occupato da noi e dagli altri.
Parlando di questo argomento si sta rilevando sempre più fondamentale la spinta culturale anche nel mondo del cinema, per esempio un film bellissimo e che ha avuto una meritata accoglienza nel mondo del grande schermo è stato il film «Thelma & Louise», in cui non è presente per niente il fattore vittimismo né disprezzo per l'uomo, ma un canto di audacia e di libertà. Era l'anno 1991 quando questo film usciva in anteprima nei cinema di tutto il mondo: nessuno, nemmeno il suo direttore Ridley Scott né le protagoniste Geena Davis e Susan Sarandon, avrebbero previsto l'esito inatteso avuto dal film, ma soprattutto l'impatto culturale con il quale seppe dare un'inflessione alla figura femminile. Per comprendere tale esito bisogna analizzare il panorama psicologico, i traumi dei personaggi e anche le loro vita, così come il contesto sociale. Thelma & Louise di fatto rappresentò un grido alla libertà e all'emancipazione femminile, in un'epoca in cui la figura della donna stava attraversando un profondo cambiamento culturale. In questo film si può cogliere il desiderio di indipendenza, di autodeterminazione delle donne.
Olympe de Gouges e la dichiarazione dei diritti della donna
Olympe de Gouges, pseudonimo di Marie Gouze (1748 -1793), figura centrale della Rivoluzione Francese, è una delle prime pensatrici a trattare il tema dei diritti delle donne. La sua «Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina» (1791) è una risposta critica alla «Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino», che ometteva i diritti delle donne. De Gouges sostenne che, sebbene le donne fossero uguali agli uomini in dignità, la società non riconosceva loro i diritti fondamentali. In questo documento, de Gouges promuove l'idea di una donna che può e deve autodeterminarsi, decidere per sè stessa, partecipare alla vita politica e sociale, e avere uguali opportunità. Tutto questo le costò la privazione della sua libertà e perfino la morte nel 1793.
Mary Wollstonecraft: un manifesto di autodeterminazione
Mary Wollstonecraft, una delle principali teorizzatrici del femminismo, nel suo celebre A Vindication of the Rights of Woman (1792) sostiene che le donne devono avere pari opportunità educative per poter sviluppare le loro capacità intellettuali e morali. Wollstonecraft critica la concezione tradizionale della donna come essere fragile e dipendente, sostenendo che le donne possano e debbano autodeterminarsi attraverso l'educazione e l'emancipazione. La sua visione di autodeterminazione femminile si fonda sulla convinzione che la società deve permettere alle donne di accedere alle stesse opportunità degli uomini.
Sor Juana Inés de la Cruz: un'autodeterminazione intellettuale
Sor Juana Inés de la Cruz, poetessa e filosofa del XVII secolo, è una delle voci più potenti dell'autodeterminazione femminile in America Latina. Nella sua famosa lettera «Respuesta a Sor Filotea de la Cruz» (1700), Sor Juana difende il diritto delle donne all'istruzione e alla cultura, opponendosi alla visione patriarcale che relegava le donne al ruolo di madri e mogli. Per Sor Juana, l'autodeterminazione passava attraverso la libertà di pensiero e la possibilità di esercitare il proprio intelletto senza restrizioni di genere.
Si deduce in quanto sia importante la cultura per modificare i valori, i modelli e gli archetipi femminili attualmente radicati, quanto sia fondamentale affrontare l'intersezione tra cultura, identità e autodeterminazione delle donne.
Quando presento il mio ultimo libro «Di un'altra voce sarà la paura», pubblicato quest'anno con Leonida edizioni, nel dialogo e nelle varie conferenze per parlare sull'argomento, spesso mi concentro sul recupero del patrimonio culturale come strumento di emancipazione e sulla necessità di una rinnovata consapevolezza della propria autonomia, su come noi donne, tutte, siamo parte di una collettività che può riscrivere la storia. Spesso, cerco di coinvolgere i partecipanti nell'esplorare il legame tra identità culturale e autodeterminazione femminile. La mia riflessione si concentra sulla possibilità delle donne di recuperare e valorizzare la propria cultura, per superare le imposizioni maschiliste e patriarcali. Il messaggio con cui lascio i lettori è un invito a riconoscere la rivendicazione all'autonomia delle donne, non solo come individui, ma come membri di comunità culturali che possano scegliere il proprio destino.
La mia riflessione sull'autodeterminazione femminile è focalizzata sul recupero di una nuova identità, con una prospettiva che si concentra su come le donne, in particolare quelle che vivono in Italia, possano riscoprire la propria voce e prendere decisioni autonome attraverso un processo di "autodefinizione", lontano dalle imposizioni sociali e culturali che limitano la loro capacità di agire secondo i propri desideri autentici. Le mie ricerche sono volte a analizzare anche come la motivazione intrinseca, si colleghi all'autodeterminazione in un contesto di empowerment femminile. Credo sia fondamentale l'azione sull'eredità culturale. Le azioni per scardinare i pregiudizi sociali richiedono che le donne siano in grado di riflettere criticamente sulla propria tradizione culturale e riappropriarsene in modo consapevole, portando avanti scelte che siano autentiche e non forzate da pressioni esterne. La motivazione intrinseca, quindi, diventa un motore di trasformazione, poiché consente alle donne di riconnettersi con il proprio valore e le proprie aspirazioni profonde, indipendentemente dai ruoli tradizionali imposti dalla società.
Credo che un passo importante nel processo di trasformazione è quello di non emulare modelli maschili di competizione. Nella società ci sono numerosi esempi di donne che, una volta arrivate in posizioni di potere, calpestano i diritti di altre donne, ripropongono un modello di individualismo sociale, di competizione e sopraffazione. Credo sia fondamentale il fatto di riconoscere e allontanare le micro violenze simboliche e comunicative dettate dai pregiudizi, che provocano svalutazione e calo dell'autostima di altre donne.
La ricerca delle citazioni femministe nei libri
Il movimento femminista ha dato voce a molte riflessioni che si sono trasformate in manifesti e libri che tracciano la storia dell'autodeterminazione femminile. Esistono molte risorse online e nei testi accademici che raccolgono citazioni significative di pensatrici e attiviste, molte delle quali sono facilmente reperibili in archivi digitali o biblioteche universitarie. Ad esempio, piattaforme come Google Books o Archive.org offrono accesso a molti testi classici femministi. In particolare, le citazioni di pensatrici come Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft, Sor Juana Inés de la Cruz si trovano in pubblicazioni che esplorano la storia della lotta femminista e l'evoluzione dei diritti delle donne.
Un'altra importante risorsa è la biblioteca digitale FemLib (Feminist Library), che raccoglie testi storici e contemporanei di femministe di tutto il mondo. Inoltre, molti libri accademici che trattano la storia del femminismo includono ampie citazioni da queste autrici. Ad esempio, testi come «The Feminist Companion to Literature in English» (1990) offrono citazioni e contesti di autrici storiche e moderne che hanno contribuito alla discussione sull'autodeterminazione femminile.
Conclusione
L'autodeterminazione femminile non è un concetto che si è sviluppato solo nel contesto moderno, ma affonda le sue radici in secoli di pensiero e attivismo. Le voci di pensatrici come Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft e Sor Juana Inés de la Cruz, tra altre, hanno contribuito a costruire una visione di donna libera di autodeterminarsi, sia sul piano politico che culturale. Le loro parole continuano a essere un faro per tutte coloro che lottano per il diritto di scegliere il proprio destino.
Nel percorso di autodeterminazione, la motivazione estrinseca non deve essere ignorata, ma va riconosciuta come parte di un sistema complesso. Le pressioni sociali, economiche o politiche possono influenzare il modo in cui le donne si vedono e prendono decisioni, ma il vero cambiamento avviene quando le donne sono in grado di separarsi da queste influenze esterne e costruire una nuova narrativa per sè stesse. L'autodeterminazione non è solo una questione di libertà individuale, ma anche di resistenza collettiva contro le strutture di potere che limitano il potenziale delle donne. Questo cambiamento riguarda soprattutto la modificazione degli archetipi femminili, spesso costruiti su modelli stereotipati e limitanti, che hanno condizionato e, in molti casi, soffocato l'autonomia delle donne. La riflessione sulla differenza tra il femminismo come è visto nella letteratura maschile e quello visto dalle donne mette in evidenza un contrasto significativo, che rivela come le donne abbiano dovuto lottare non solo per affermare la loro libertà, ma anche per riscrivere la propria immagine, sfidando le narrazioni patriarcali che hanno definito cosa fosse il "femminile" e quale fosse il suo posto nella società.