Ermete Iacovella - Il poeta del legno: un artista da riscoprire, tra tradizione e innovazione
di Francesca Callipari
La storia dell'arte è un affascinante intreccio di narrazioni, un percorso condiviso da artisti che hanno lasciato un'impronta indelebile lungo il loro cammino. Tuttavia, è fin troppo comune l'attitudine a dimenticare coloro che ci hanno preceduto, rischiando di farli svanire nell'oblio del tempo. Come storici dell'arte abbiamo, invece, il compito di mantenere viva la memoria, facendo luce sugli artisti del passato, preservando la loro eredità e consentendo ai giovani di scoprire le loro storie, traendone insegnamenti.
È partendo da queste premesse che andiamo ad analizzare la figura di Ermete Iacovella, talentuoso artista abruzzese che ha dedicato la sua vita ad una delle più antiche espressioni artistiche, ovvero la scultura in legno.
Tra le prime attività umane, la modellazione e l'intaglio del legno hanno catturato l'attenzione dell'uomo sin dalle ere preistoriche. Con l'avvento dei grandi maestri del Rinascimento, il legno è divenuto, poi, un supporto nobile per importanti opere d'arte, grazie alla sua capacità di avvicinare le sculture al pubblico attraverso la texture unica e quel calore cromatico che altri materiali non potevano eguagliare.
Scultori come Donatello e Michelangelo, sebbene più noti per il loro lavoro in bronzo e marmo, hanno avuto un impatto cruciale sulla scultura lignea, incoraggiando gli artisti ad esplorare tecniche e stili innovativi. Un'eredità che ha rappresentato una fonte di ispirazione importante anche nei secoli successivi, contribuendo a mantenere viva una tradizione che si è espressa attraverso forme raffinate e profondamente espressive.
Proprio le influenze rinascimentali e la conoscenza approfondita della statuaria classica hanno costituito un fondamento essenziale nel percorso artistico di Ermete Iacovella, che ha saputo coniugarelo studio dell'arte antica alla tradizione artigianale abruzzese. Una fusione che gli ha permesso di delineare una personalissima impronta stilistica, all'interno della quale un materiale apparentemente modesto è stato trasformato in eccellente protagonista di una narrazione visiva unica.
Sperimentando sin da bambino un legame simbiotico e quasi ancestrale con il legno, essendo figlio di un ebanista, a soli 13 anni Iacovella ha compreso che il suo animo necessitava di plasmare quella materia per dar vita alle proprie emozioni. Un linguaggio artistico ben riconoscibile è emerso così sin dai suoi esordi, contraddistinto da una solida padronanza tecnica e da una spiccata sensibilità creativa. Tali fattori, sono stati determinanti per far del legno lo strumento ideale mediante il quale evocare storie e sentimenti, in un dialogo costante tra passato e presente che si palesa esplicitamente nella sua prolifica produzione. Un elemento introspettivo attraverso il quale l'artista ha voluto trattare temi universali legati alla natura, alla vita, alla spiritualità con riferimenti a grandi figure dell'arte, per mezzo dei suoi celebri "omaggi" ai maestri come Leonardo, Dalì e Picasso. Linee fluide e dinamiche definiscono le figure create da Iacovella, conferendo movimento e vitalità alle sue composizioni scultoree. È il caso di opere come "La Gioconda" eseguita nel 1975, dove sebbene l'artista rimanga fedele a quell'atmosfera enigmatica tipica del capolavoro leonardesco, riesce a infondere nuovo vigore alla donna, che sembra quasi pronta a staccarsi dallo sfondo per invadere fisicamente lo spazio reale. In altre opere, come nel "Vecchio con la pipa" e "Giovane contadina", l'attenzione è rivolta a cogliere l'essenza dei soggetti, trasmettendo empatia e una profonda comprensione dell'animo umano, permettendo a chi osserva di intraprendere un viaggio nell'interiorità dei personaggi raffigurati.
Ogni opera appare, quindi, come il risultato di un colloquio profondo tra l'artista e la materia, un racconto di emozioni e pensieri tradotti in forme tangibili. Dal punto di vista puramente tecnico, poi, la lavorazione risulta minuziosa e alquanto dettagliata, con trame ed elementi complessi all'interno dei quali egli riesce ad esaltare al contempo le qualità intrinseche del legno, quali le venature e le tonalità, integrandole armoniosamente a dettagli sottili e superfici levigate che invogliano alla contemplazione e al tatto.
Un'abilità quella di Iacovella che trascendeva, però, la mera tecnica; si trattava piuttosto di un processo meditativo, dove ogni colpo di scalpello derivava da un profondo rispetto per il materiale e da una ben chiara consapevolezza del suo potenziale espressivo. In tal senso, le sue sculture conducono, ancora oggi, ad una riflessione profonda, sollecitandoci a stabilire una connessione spirituale con la natura e la storia che ogni opera racchiude. Sono creazioni che rimandano ad un messaggio universale, celebrando la bellezza intrinseca del legno e la sua facoltà di comunicare oltre il tempo e lo spazio.
Ricordato come il "poeta del legno" proprio per la sua abilità nel trasporre la scultura in una raffinata poesia visiva, Ermete Iacovella rappresenta, senza dubbio, un simbolo di autenticità artistica. La sua arte si configura come un delicato omaggio alla cultura del passato, pur manifestando un impulso ininterrotto verso la ricerca di nuove frontiere creative. Con il suo lavoro ha impresso una traccia significativa nella storia della scultura, non soltanto a livello locale, lasciando un'eredità ispiratrice per gli artisti di domani.
Francesca Callipari
Critico d'arte e curatore mostre
Per maggiori info sull'artista si consiglia di visitare la pagina facebook ufficiale dedicata all'artista cliccando qui